Perché Kalipè

Kalipè è un termine in uso nelle zone himalayane che viene rivolto a chi si incammina verso le montagne. È un augurio il cui significato è quello di poter “camminare sempre a passo corto, e lento“.

Chi va in montagna ha sempre di fronte a sé due scelte: la prima è quella dell’atletismo, della fretta, della vetta a tutti i costi, anche quando è al di là dei limiti… e la conosciamo fin troppo bene. La seconda invece è quella di un passo lento durante il cammino e di uno sguardo attento a tutto ciò che ci circonda, così da poterlo conoscere e fare nostro nel profondo in modo duraturo.

Infatti, se camminare è un gesto che diviene familiare fin da bambini, imparare a camminare sul sentiero è un traguardo tutt’altro che facile o scontato. Riusciamo a raggiungerlo solo se ci facciamo davvero umili e piccoli di fronte alle montagne, al respiro, a quell’equilibrio sempre fragile da ricercare e mantenere.

Come dice Reinhold Messner,  “in montagna bisogna regredire, non c’è spazio per la fretta. Bisogna tornare alla stasi e poi muoversi. In montagna non c’è nulla da conquistare, c’è solo da lasciarsi conquistare”.

È questo che proveremo a fare insieme, camminando Kalipè.