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4 Luglio 2020 – La dorsale del Muott’Ota

Il segreto di tutto, in Svizzera, ora l’ho ben capito, sono le panchine di legno. Sì, proprio quelle, che in Engadina trovate lungo i sentieri, nei punti panoramici così come in zone più anonime. Quelle panchine con sopra scolpito il nome di chi le ha volute e donate alla comunità, perché le nostre gambe stanche potessero trovare un po’ di riposo… O almeno questo credevo inizialmente.

E invece no, cari miei: quelle panchine sono lì come monito al turista, ed il loro messaggio non è “siedi e riposa, mentre contempli questa meraviglia”. La panchina, nella lingua romancia engadinese significa ben altro, e cioè “guai a te se osi spostarti di un metro dal sentiero; ti ho messo qui questa panchina per evitare che calpesti e rovini quest’erba perfetta, che cresce solo grazie a me, alla mia cura, e che se anche un giorno la creò il Signore, ora è MIA, è il mio tessssoro. E tu, italiano irrispettoso di ogni cosa, ed incapace di comprendere i concetti di wildruhezonen e di tutela, se beccato sarai punito, e costretto dai gendarmi a spendere 10 CHF per un succo di frutta, prima di tornartene a casa tua”.

Il segreto sono le panchine. Il resto è pura perfezione di cime, di valli e di laghi, per una giornata di vesciche ai piedi da stringere i denti, di graditi ritorni e di frasi lette sui muri delle case: UMAUNS SAINZA AMUR SUN ERVAS SAINZA FLUR.

lunghezza: 15 km     dislivello: +/- 760 m     tempo: 6 h 20′ 

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