8 Agosto 2020 – Cima di Garina Dopo l’uscita di giovedì, dislivello superiore ai 1000 e qualche stanchezza ancora presente, l’imperativo dell’uscita di sabato a Cima di Garina era uno solo: portare a casa la pellaccia al giro di boa del weekend, sapendo bene che l’indomani il fabbro delle montagne avrebbe picchiato giù ancora molto duro per forgiare la guida ed i suoi in un clima sempre più torrido. E’ stata dura, lo ammetto, e qualche colpo di troppo l’ho perso, sulla salita al Lago Retico, ma soprattutto ho perso il controllo del gruppo, che si è sfaldato un po’ malamente ed è stato necessario tempo e pazienza per riprenderne vagamente le fila, sapendo che comunque i buoi erano bell’e che andati: saltati i tempi, la coesione, quel minimo di vicinanza per poter parlare di elastico all’interno di un gruppo. A volte, anche in pochi è difficile, e di fronte alla bellezza di una giornata dal meteo perfetto, e su una salita a Garina splendida, dal punto di vista escursionistico, rimane un po’ di amaro perché so che qualcuno è stato troppo da solo, qualcuno ha mancato la vetta avendola a portata… Regole da rispettare ed uno stile proprio, conditi da una visione d’insieme della giornata, che cerchi di essere inclusiva ed aiuti a creare empatia tra i partecipanti, e tra loro e me: è questo il difficile del lavoro di guida, lo so bene, ma soprattutto è ciò che mi importa, ché le cartoline a 2785 m, quelle sono sempre belle. Salire e portare a casa la ciambella: fatto. Sfornarla col buco: ci riproverò un’altra volta. lunghezza: 11,8 km dislivello: +/- 1150 m tempo: 7 h 45′