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4 come i giorni sull’alta via del granito e come i partecipanti di questo trek per rifugi, dove si mangia bene e si dorme poco, nel sacco letto vedo-non-vedo.
Ne avrei tante da dire… come quella del tipo che leccava i piatti al Brentari l’ultima sera, con chiare allusioni al dopo cena in camera; quella del temporale scampato, nel punto peggiore del mondo dove litigare coi fulmini; quella dei ragazzini che arrivano nell’ultima mezz’ora utile di luce, dopo aver preso tutta l’acqua del mondo su dei tratti a 2400 m, e che avevano gli occhi fuori dalla testa, una volta giunti in rifugio; quella dei piatti instagrammabili, poco in realtà, ma in rifugio… pazienza!
Ma forse quella che mi piace di più raccontare è di Monguzzi che dorme russando, durante una delle mie letture in camera…
Ecco, come dice Canton, dovrei puntare di più su questo approccio culturale… 
4 giorni davvero splendidi, in zone di guerra a legger di alpini. E noi che ci lamentiamo con dieci kili sulla schiena.
Grande gruppetto, che non si è fatto intimorire dal massiccio di Cima d’Asta ed è rimasto sempre in tabella di marcia, anche alcoolica…

Comunque Monguzzi si è addormentato sulla prima frase:

“Quello italiano è un popolo tenace che ha dovuto combattere contro i monti e contro tutte le insidie che vi si celano, conquistandoli un metro alla volta, e che ringrazia la sorte quando la pendenza del campo di battaglia non supera i quarantacinque gradi.”

Rudyard Kipling – La guerra nelle montagne

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